Il giovedì mattina inizia con la
prima colazione in hotel. Scendiamo nella sala guardandoci attorno e troviamo
turisti di tutte le nazionalità. L’assortimento per la colazione è abbondante,
ma soprattutto salato e graditissimo da quasi tutti i presenti: attorno a noi
si consumano piatti che, a livello di calorie e consistenza, superano di gran
lunga il pranzo medio di un italiano. Uova fritte e sode, bacon, salsicce,
mousse di formaggio, affettati, peperoni cotti e crudi (!!!), tutto nello
stesso pasto e rigorosamente annaffiati da un fumante cappuccino appena
prelevato dalla macchinetta automatica.
Io mi rifugio nelle mini brioches
e nella confortante sicurezza del pane con la pseudo-Nutella…oppure nello
yogurt coi cereali, ovunque mi trovi all’estero, le mie colazioni sembrano
sempre ultra-dietetiche in confronto a quelle degli altri ospiti dell’hotel in
cui alloggio.
Dopo esserci rifocillati e ben
coperti per il freddo, iniziamo la nostra giornata di esplorazione con la
visita del bellissimo Mercato Coperto. L’inaugurazione di questa particolare
struttura risale agli ultimi anni dell’Ottocento. Acciaio, vetro, e
“pirogranito” (una particolare ceramica resistente alle intemperie) sono i
materiali che compongono l’edificio, per l’occasione addobbato a festa da luci
che scintillano quando si fa sera.
L’interno è davvero maestoso e
vale assolutamente una visita. Al piano terra si trovano banchi di frutta,
verdura, carne, dolci, pane e spezie. L’attrattiva prevalente è sicuramente la
paprika, presente su tantissimi stand in tutte le forme e consistenze, dalla
polvere al tubetto concentrato. Altro elemento caratteristico (sconsigliato a
vegetariani ed animi sensibili) è la vastissima esposizione di carne
(prevalentemente di maiale) in tutte le fogge e in tutte le sue consistenze e
possibilità gastronomiche.
Al piano inferiore si trovano i
banchi del pesce e dei sottaceti. I sottaceti vanno forte in Ungheria, io in
genere li detesto, ma in questo caso una visita ai banchi li pone sotto un
aspetto persino divertente: accanto alle montagne di crauti, cetriolini ed
altri strani frutti che scopriamo essere meloni acerbi, ci sono barattoli di
conserve preparate in modo da dare alle verdure faccine buffe e addirittura
sembianze “natalizie”. Un Babbo Natale di sottaceti, insomma, non mi era mai
capitato…
Sicuramente meno allegro, anzi,
decisamente triste, il reparto ittico, che per scelta non ho voluto
fotografare. Di sicuro la protezione animali da quelle parti ha regole diverse
dalle nostre: vasche di dimensioni ridotte ospitavano centinaia di carpe vive
schiacciate le une sulle altre in attesa di essere pescate…un brutto
spettacolo, che non mi aspettavo… ti lascia dentro una sensazione di amarezza e
disagio difficile da dimenticare.
Risalendo al primo piano, si
trovano invece da un lato l’esposizione di merce strettamente “turistica”:
pizzi, merletti, ricami, magliette, borse e oggetti in pelle, calamite e
adesivi, dall’altro lato le proposte gastronomiche per un pasto veloce:
banchetti di wurstel per tutti i gusti, frittelle, zuppe, pizze dalle farciture
improbabili e un ristorante self service dove ad orari stabiliti è prevista
anche l’esibizione di un gruppo musicale tradizionale. Per il pranzo era
decisamente troppo presto, quindi abbiamo lasciato i colori, gli odori e i
rumori dell’edificio per tornare all’aria aperta.
Costeggiando il Danubio si
raggiunge a piedi il Ponte delle Catene.
Sui ponti c’è da fare un discorso
a parte: molto spesso, non si sa per quale motivo, l’opinione (ignoranza)
comune tende ad associare idealmente Praga e Budapest. Le due capitali, in
realtà, sono molto diverse tra loro e se non le accomunasse il fatto di essere
attraversate da un fiume e di vendere la Becherovka che non si trova in Italia,
durante la mia visita non ho trovato poi molte similitudini. Però, prima di
partire, abbagliata dal mito Praga-Budapest, quando mi hanno detto “vedrai i
ponti”, io ho pensato subito, per analogia, al meraviglioso e romanticissimo
Ponte Carlo di Praga.
Nulla di più sbagliato: i ponti
di Budapest sono sicuramente belli, grandiosi, imponenti, ma non hanno nulla a
che vedere con quelli della capitale Ceca. Prima di tutto sono più grandi,
secondo NON sono esclusivamente pedonali, terzo non c’è spazio per artisti o
artigiani di sorta. Attraversarli vuol dire camminare lungo una grande arteria
stradale che passa da una sponda all’altra, non c’è molta ispirazione né motivo
per sostare lungo il percorso, se non quello di ammirare la maestosità del
fiume oppure, di sera, i monumenti illuminati.
Il Palazzo Reale dal Ponte delle Catene
Il Danubio
Tornando al Ponte delle Catene,
il più vecchio, che collega le due parti della città, lo attraversiamo per
raggiungere Buda e prendere la teleferica che ci porterà in cima alla collina.
Il trasporto su teleferica è suggestivo, ma non particolarmente economico:
ricordatevi di pagare sempre in Fiorini perché se aveste a disposizione solo
Euro saranno accettati, ma ad un cambio assolutamente svantaggioso.
Vista dalla teleferica
Il panorama arrivati sulla collina è
bellissimo. Pronto per essere immortalato in immagini da cartolina, con il
Parlamento sulla sinistra, i ponti, il fiume, i palazzi eleganti…si resta
parecchio tempo a contemplare dall’alto le bellezze della città. Lasciamo alle
nostre spalle il Palazzo Reale, che decidiamo di visitare in un altro momento,
per dirigerci verso il Bastione dei Pescatori.
Questo luogo “speciale” è
probabilmente l’attrazione di Budapest che ho apprezzato di più. E’ stato
costruito tra il 1895 e il 1902 e seriamente danneggiato durante la seconda
guerra mondiale. Dopo un intervento di restauro è tornato in tutto il suo
splendore. E’ una struttura formata da 7 torri e una terrazza panoramica,
dall’architettura davvero singolare. Vi posto alcune foto per farvene un’idea,
sembra preso da un libro di favole e portato nel mondo reale…
Il Parlamento visto dal Bastione dei Pescatori
Le sette torri rappresentano le sette
tribù che anticamente abitarono l’attuale territorio d’Ungheria. Il nome dei
pescatori si riferisce invece a una corporazione, che storicamente aveva difeso
questa parte delle mura cittadine. Al di là dell’aspetto storico, è un luogo
davvero incantevole con una vista spettacolare sulla città. Da non perdere.
Accanto al Bastione, altra
meraviglia locale è la chiesa di San Mattia. Io amo particolarmente gli edifici
in stile gotico, e questa costruzione è davvero una perla. Bella dentro e
fuori, vale il prezzo del biglietto d’ingresso. Su questo sito trovate qualche
informazione in Inglese.
Dopo tanto camminare, giriamo per
le stradine alla ricerca di un pasto caldo e ne approfittiamo per fotografare
qualche scorcio pittoresco. Per il pranzo, dopo un po’ di smarrimento perché i
ristoranti in circolazione ci sembrano tutti troppo turistici, ne scegliamo uno
a caso e siamo fortunati. Si mangia bene, i prezzi sono abbordabili, il
servizio cortese. Scegliamo un pesce locale condito con salsa e contornato di
gnocchetti fatti in casa. “Sapori speziati” ci avvisa il cameriere, ma in
realtà si rivelano più delicati del previsto. M. si fa tentare anche dai
sottaceti locali. Io storco il muso, ma mi convince ad assaggiarli perché “sono
diversi”. In effetti il pezzetto di cetriolino che addento poco convinta ha un
sapore decisamente diverso da quelli in commercio nel nostro paese: sono più
dolci, meno “acetosi” e molto più speziati. Ottima la birra scura della Dreher, introvabile
nei nostri pub. Se capitate da quelle parti e volete provare…il sito del
ristorante è questo.
Il nostro pranzo
A fine pasto, ancora una
passeggiata, con sosta per assistere al cambio della guardia vicino al Palazzo
Reale. E’ un piccolo cerimoniale che cattura senz’altro l’attenzione: i soldati
sono preceduti dal rullo del tamburo e tra i militari che si scambiano il posto
(chi arriva e chi resta) viene compiuto un curioso rituale che prevede scambio
delle armi ed evoluzioni con i rispettivi fucili. Molto interessante, persino
per me che non vado pazza per questo tipo di eventi formali.
Vista dalla Teleferica...finalmente un po' di sole
Decidiamo, di comune accordo, di
saltare la visita del Palazzo Reale per trascorrere il pomeriggio in un
ambiente caldo e rilassante.
Altro punto di forza di Budapest
sono, infatti, le terme. In città se ne trovano per tutti i gusti, ci sono
persino le più grandi d’Europa, ma noi scegliamo una visita a quelle più vicine
al nostro hotel, i Bagni Gellért.
Proprio dalla parte opposta del
Ponte della Libertà, il maestoso edificio stile liberty (o Art Nouveau, per i
più precisi) è già dall’esterno una promessa…La sua costruzione risale ai primi
decenni del 1900, è stato seriamente danneggiato durante la seconda guerra e
successivamente restaurato. L’hotel di lusso ha un’entrata dedicata per chi
vuole accedere soltanto alle terme, situata sul lato destro del palazzo.
Paghiamo il biglietto d’ingresso
(che è decisamente conveniente rispetto alle tariffe delle terme nostrane),
compriamo la cuffia (obbligatoria solo per la piscina) e andiamo a cambiarci
nei rispettivi spogliatoi. Fino a qualche tempo fa alcuni bagni erano separati
per uomini e donne. In effetti esistono stanze esattamente speculari che
rispettavano le aree divise “per genere”, ma il pomeriggio del nostro arrivo
c’è la possibilità di accedere a tutte le piscine senza distinzione.
All’inizio belli pronti in
costume e accappatoio, restiamo un po’ delusi: la piscina principale, quella
grande e fastosa…non è altro che…una piscina coperta con temperature (fredde)
da piscina. Io che volevo un bagno rilassante e corroborante immergo un alluce
in acqua e decido di rinunciare. M. si tuffa, ma ci resta male anche lui. Ci
accontentiamo, per un po’, della piccola vasca di acqua calda che si trova
subito dietro a quella grande. Stupidamente non abbiamo preso la piantina del
complesso termale, ma per fortuna mi ricordo di aver visto foto di altri spazi
da visitare…quindi usciamo speranzosi dirigendoci verso le porte laterali alla
ricerca di indicazioni. E infatti la grande piscina è solo una minima parte di
quello che aspetta gli ospiti dei Bagni Gellert: le ali laterali riservano ai
visitatori le attrazioni più interessanti. Sul lato destro e sinistro della
sala principale, si trovano le zone una volta (o forse in alcuni giorni della
settimana) riservate agli uomini da un lato e alle donne dall’altro. Questa
volta noi possiamo accedere ad entrambe gli ambienti senza problemi. Le due
sale (uomini-donne) sono speculari: maioliche colorate, applicazioni e mosaici,
fanno da scenario alle vasche in cui rilassarsi provando temperature dell’acqua
differenti. Per i più coraggiosi c’è la vasca di acqua fredda, in un angolo
vicino alle docce. Ci sono poi le saune, bagni turchi e, davvero suggestiva, la
piscina calda all’aperto da cui ammirare uno scorcio illuminato del Ponte della
Libertà.E’ tutto fantastico, ma se decidete di fare questa bella esperienza nella stagione fredda, un consiglio da intenditori: portatevi un asciugamano di ricambio! Una volta inumiditi e lasciati sulle sedie all’aperto, i nostri accappatoi si sono trasformati in strumenti di tortura…siamo usciti dalla piscina calda credendo di trovare conforto dal freddo della sera e invece siamo stati abbracciati da una morsa di gelo che ci ha attanagliato fino agli spogliatoi…In ogni caso, il pomeriggio alle terme è assolutamente da non perdere. Riservatevi almeno mezza giornata (ma anche più di una, per visitare gli altri spazi termali, che devono essere altrettanto belli e suggestivi da vedere) da dedicare al relax in acqua.
Stanchi (il relax post-bagno è
accompagnato da una buona dose di soave spossatezza) e soddisfatti, passiamo in
hotel per sciacquare via il cloro della piscina dai costumi e poi ci rituffiamo
nel freddo serale per una nuova puntata tra le delizie offerte dai banchi
centrali del mercatino natalizio. Stavolta sbagliamo con la scelta dei piatti,
che si rivelano un po’ troppo saporiti: verza ripiena e bistecca alle spezie
non ci soddisfano molto, ma queste panche che fanno un po’ “sagra paesana” ci
piacciono molto e sicuramente torneremo ancora per assaggiare qualche altra
specialità.
Un altro mercatino natalizio
Concludiamo la serata con una
passeggiata per via Vaci e dintorni. Domani il mio programma prevede un bel po’ di km a
piedi…alla scoperta di altre affascinanti attrazioni della città.