Dopo il “tuffo nella natura”, il giorno seguente ci
dedichiamo ad una visita culturale: il Museo Van Gogh.
Noi siamo stati saggi: abbiamo prenotato il nostro biglietto
via web. E meno male…già un’ora prima dell’apertura fuori dall’edificio si
snoda una coda lunghissima: tutti affamati d’arte o semplicemente attratti
dalla nuova “moda culturale”?...temo il secondo caso, e ne avrò conferma una
volta arrivata nella sale.
File di turisti all'ingresso del Museo Van Gogh
Non amo particolarmente la pittura di Van Gogh, ma alcuni
quadri sono davvero particolari. L’unico problema, durante la nostra visita, è
la gente. Troppa, ammassata, maleducata. Folle di turisti si accalcano davanti
alle opere, ma senza un vero interesse. Molti sono lì davanti e chiacchierano,
guardano il cellulare, fotografano…ma i peggiori sono i visitatori “tecnologici”,
muniti di Ipad, che si sono scaricati la guida multimediale e restano impalati
per ore davanti a ogni quadro concentratissimi nella descrizione dei minimi
dettagli…peccato che in alcuni casi il dipinto descritto e illustrato dal loro
apparecchio non sia lo stesso davanti al quale stanno sostando. Non se ne accorgono
nemmeno. La tecnologia è senz’altro utile, ma solo se usata nel modo corretto. In
questo caso mi rende estremamente faticoso raggiungere una buona visuale o
poter guardare un paesaggio da vicino.
Dintorni del Museo
Mi concedo una sosta nella caffetteria del museo, che
affaccia su un bel prato verde. Il tempo sta cambiando, sono tornate le nuvole.
Continuiamo comunque il nostro giro per la città, facendo un giretto nella zona
a luci rosse. Personalmente ho trovato il tutto abbastanza triste. Ma è un modo
(squallido) come un altro di gestire la prostituzione locale. Non ho fatto foto
alle “signore” in vetrina, proprio per rispetto, come chiede il disegno al
centro di una piazza. Dopo tutto, stanno lavorando, e preferisco lasciarle in
pace a svolgere i propri compiti: esporsi in attesa del prossimo cliente.
Scorci dal Tram
Nel quartiere a Luci Rosse
Ogni neon rosso è una "vetrina"...
L’unica cosa che posso dirvi, è di non aspettarvi di trovare
sempre e dappertutto bellissime ragazze, ce ne sono senz’altro di giovani e carine…ma
in molti casi le donne che si propongono per qualche attimo di passione a
pagamento sembrano casalinghe attempate e dal fisico non proprio in formissima…e
anche l’atteggiamento che dovrebbe invogliare i potenziali clienti nella scelta…è
un’espressione di completa rassegnazione e menefreghismo nei confronti di
tutto. Comprensibile, ma non per questo meno triste.
Ci spostiamo nel vicino quartiere cinese, visitiamo un
tempio che sembra un posto fuori dal mondo, poi ci spostiamo in una piazza a
curiosare tra le bancarelle di un mercato.
Tempio cinese
Aringa in salamoia
Mercato locale
Per pranzo decidiamo di assaggiare l’unica specialità locale
degna di nota, o meglio, la più diffusa, lo street food per eccellenza che
trovi in ogni angolo della città: il panino con l’aringa. Qualcuno mi aveva
messo in guardia: secondo il mio “informatore locale” l’assaggio avrebbe potuto
essere traumatico e assai poco gradito. Preparandomi al peggio, ho ordinato
presso un chioschetto all’angolo della piazza Spui, il mio soffice panino a
base di aringa marinata e cipolla a pezzetti, evitando di aggiungere i
cetriolini sottaceto, che detesto con tutto il cuore.
Nonostante le critiche e le numerose manifestazioni di
disgusto che avevo trovato in rete da parte di turisti e altri blogger, sono
rimasta piacevolmente sorpresa: non solo il gusto non è affatto male, ma la
cipolla cruda ci sta benissimo e ho apprezzato veramente molto questo criticatissimo
“spuntino” olandese. Tanto che, una volta tornata a casa, sono andata da Ikea a
far scorta di aringhe in barattolo.
Quindi il mio consiglio è: non fatevi scoraggiare e
assaggiatelo. Il cibo fa parte della cultura locale ed è sempre un’esperienza,
tornare a casa senza fare nemmeno un tentativo sarebbe un peccato…l’investimento
economico è davvero minimo e potreste scoprire un gusto insolito che vi
sorprenderà, nel bene o nel male…
Il pomeriggio decidiamo di girovagare un po’ senza meta,
perdendoci tra i vicoli, spesso il modo migliore per trovare vedute
inaspettate.
Decorazioni (arancioni) per la Festa del Re
Un insolito balcone
La sera un’ottima cena all’Hard Rock Café, immancabile, con
vista panoramica sui palazzi illuminati.