Appena usciti dal terminal c’è il
bus n.200 che collega l’aeroporto con la linea blu della metropolitana. Passa
frequentemente e noi siamo così fortunati che lo troviamo lì ad attenderci. Una
caratteristica dei trasporti di Budapest
che avevo letto su diversi siti web, e che ho verificato di persona, è la
puntualità. Gli orari di bus e metro sono rispettati in maniera davvero
scrupolosa. Difficilmente ho atteso un mezzo più di 5 minuti. Più di frequente
l’ho trovato caldo ed accogliente al capolinea o è arrivato alla fermata pochi
secondi dopo essere giunti sulla banchina. Questo significa poca attesa, poco
tempo per annoiarsi e soprattutto mai troppa gente in un vagone della metro o
sul tram. Praticamente l’opposto di quanto accade nella mia splendida e
trascuratissima città.
Il viaggio in bus attraversa la
periferia. Centri commerciali, insegne fin troppo note, cartelloni di (aiuto!)
Calzedonia…la globalizzazione è un aspetto che mi indispettisce sempre un po’
quando viaggio. Ok, può aiutare a sentirsi a casa, ma così è un po’ troppo.
Arrivati alla fermata della metro, dopo qualche rampa di scale non comodissima
con le valige, non dobbiamo aspettare molto per accomodarci in uno dei vagoni
per 6-7 fermate. Le vetture della metro non sono di ultima generazione, ma sono
pulite e soprattutto nessuno ti disturba durante il viaggio. Ad ogni stazione,
accanto alle macchinette obliteratrici, i controllori verificano la timbratura
del biglietto con aria severa. Quindi a bordo niente concerti improvvisati,
niente questue e sufficiente spazio per tenere d’occhio eventuali
borseggiatori.
Giunti alla nostra fermata,
risaliamo una ripida e stranamente velocissima scala mobile (qui vanno a doppia
velocità rispetto alle nostre, ci si abitua presto ma all’inizio lascia un po’
di stucco) e la prima sensazione che ci accoglie è positiva: un buon profumo di
cibo, già dentro l’ingresso della stazione. E’ confortante. Mi è già capitato
lo scorso anno a Bruxelles, ed è una cosa che già di per sé ti scalda un po’ il
cuore: arrivi in un posto e ti accoglie un odore di cose buone da mangiare…la
prima cosa che pensi è “ok, sono capitato nel posto giusto”.
Per strada fa meno freddo di
quello che avevamo previsto, ma siamo comunque ben imbottiti…cartina alla mano
raggiungiamo facilmente la strada del nostro hotel. L’Hotel Boutique Zara (ve
ne parlo perché ci siamo trovati bene), è una struttura moderna, con personale
giovane, ma gentile e competente. Molti si lamentano che a Budapest non si parli
Italiano. Io mi lamenterei invece che in Italia non si studi abbastanza l’Inglese
a scuola…La stanza è piccola (molto piccola), ma funzionale e calda (molto
calda, per l’infelicità della mia metà, ma perfetto per i freddolosi come me).
Particolarità della stanza (un’idea da copiare) sono i due piumini singoli e
separati nonostante il letto sia matrimoniale. E’ ottimo per non litigarsi le
coperte e per scegliersi il grado di “copertura” richiesto…e anche rapido per
rifare il letto la mattina.
Tempo di posare le valige e via,
di nuovo per strada, in esplorazione dei dintorni.
L’hotel è praticamente a due
passi da una delle vie principali della città, Vaci Utca, lunga strada pedonale
(completamente pedonale) che attraversa il centro, su cui si affacciano
trattorie e locali acchiappaturisti ma anche negozi di ogni genere per lo
shopping, dal grande magazzino alla bottega di souvenir, dal supermarket al
bugigattolo del cambio. Di sera con il freddo la strada non è pienissima e la
passeggiata è molto piacevole. Unico neo sono forse i buttadentro dei locali,
per cui nutro un’avversione particolare. Poverini, loro fanno il loro mestiere,
ma da Trastevere a Madrid, da Napoli a Istanbul, da Tunisi a Budapest io
proprio non li sopporto e la loro presenza mi fa perdere automaticamente
qualsiasi attrattiva in un locale, che sia pub, ristorante, discoteca o
semplice negozio.
Vaci Utca by night |
Anche se sono da poco passate le
19, quasi tutti i negozi sono già chiusi ma hanno le vetrine illuminate. Le decorazioni
della strada non sono moltissime, qualche lucina qua e là, ma mi aspettavo di
più. La parte più “natalizia” della città è sicuramente il mercatino allestito
per l’occasione in Piazza Vӧrӧsmarty.
da Via Vaci a Piazza Vӧrӧsmarty |
La zona, circondata da edifici
eleganti e un moderno centro commerciale in vetro dall’aria un po’ in disuso, è
completamente illuminata a festa: gli alberi spogli sono addobbati con fiocchi
rossi e lucine, e al centro della piazza è allestita una grande pedana in legno
con stand che propongono meraviglie gastronomiche anti-dieta dall’aspetto assolutamente
irresistibile. Attorno agli stand, file di panche disposte per una conviviale
cena all’aperto tra gli avventori, e sotto la pedana le bancarelle vere e
proprie del mercato, con oggetti di artigianato locale e non.
Ma torniamo per un attimo alle cose
da mangiare…diciamolo, sono loro l’attrattiva più forte della piazza…non tanto
le luminarie, perché ne abbiamo viste di migliori, né l’atmosfera dei dintorni,
che è festosa ma in modo contenuto…quella che è una vera festa per gli occhi di
qualsiasi goloso (sicuramente un po’ meno per i vegetariani) è l’allestimento e
la proposta di cibo presente sui banchi davanti a noi.
Montagne di cipolle sfrigolanti
nell’olio, zuppe di gulasch che ribollono in enormi pentoloni di rame, salsicce
di tutti i tipi e di tutte le misure, sfilacci di carne croccante, crepes di
patate arrostite al momento, montagne di crauti rossi e bianchi, involtini di
verza per appetiti da gigante, e ancora sottaceti di tutte le forme e colori,
panini ricoperti da semi di girasole, mescite di vino caldo speziato e birre e
grappe e cioccolate calde…c’era da ingrassare solo con lo sguardo.
Io e M. sembriamo due bambini
davanti alle giostre…da imperdibili golosi, anche se è presto, siamo entrambi d’accordo
che non ci sarà bisogno di cercare un ristorante per la cena perché mangeremo
(e subito!) qualcosa in piazza. Il risultato sono due panini “leggeri leggeri”
ma assolutamente deliziosi.
Dopo la cena improvvisata
(secondo me, poi, restano sempre le migliori), decidiamo di tentare di nuovo la
fortuna con un bicchiere di vino caldo. L’anno scorso l’abbiamo assaggiato a
Bruxelles e ci siamo rimasti malissimo: era aspro e cattivo, l’abbiamo buttato
via. Quest’anno, un po’ temerari ma soprattutto un po’ infreddoliti, ritentiamo
con maggior successo. Il “Mulled Wine” è assolutamente delizioso, bollente e
corroborante al punto giusto.
Ci dividiamo un bicchiere grande
passeggiando sul Lungo Danubio. Il Palazzo Reale illuminato è bellissimo e fa
dimenticare per qualche istante il vento freddo…persi nell’incanto del
panorama. Passa un tram natalizio allestito di lucine per l’occasione. Le foto
non vengono un granché, non abbiamo la macchina giusta, ma è il ricordo che
conta, perché di fronte a un bel posto non c’è foto che tenga, devi catturare l’istante
nel tuo cuore e tenerlo nel cassetto delle cose belle, da rispolverare quando
serve, per sentirti bene.
Tram natalizio |
Il Palazzo Reale |
Ponte della Libertà e Hotel Gellert sullo sfondo |
Passeggiamo guardandoci attorno,
il fiume, i ponti (che sono diversi da come ce li aspettavamo, e ne parleremo
più in là), le grandi navi-ristoranti ancorate lungo le rive. La cittadella dall’altra
parte del fiume a sinistra sul monte Gellért, la Statua della Libertà che
risplende nel buio…dicono che Budapest sia una città suggestiva e romantica ed
è vero. Il nostro giro serale ci conferma che il panorama attorno a noi valeva,
già da solo, il viaggio.
Piazza Fovam |
Il grande Mercato Coperto |
Torniamo verso l’hotel molto
soddisfatti. Ci sono belle cose da vedere, buone cose da mangiare, e
sicuramente ancora molto da scoprire. Domani mattina inizieremo il nostro giro
di visite con l’attrazione più vicina a noi: il mercato coperto.