Questo non è solo il racconto di
un semplice viaggio, ma di un’esperienza che non capita tutti i giorni. In
qualsiasi momento posso prendere il pc e prenotare un biglietto aereo per
qualunque destinazione del mondo (soldi permettendo, ovviamente, e quelli non sempre
sono disponibili), ma ci sono occasioni che arrivano inaspettate e ti
consentono di vivere per qualche tempo fuori dalla tua “dimensione” abituale,
elementi che rendono un viaggio davvero più ricco e speciale.
Oggi inizierò a raccontarvi della
mia avventura tunisina, non da semplice turista in vacanza, ma come invitata
ufficiale a un matrimonio locale.
La vicenda ha inizio
dall’annuncio di una mia amica e del suo simpatico fidanzato: metti una sera a
cena fuori in bisteccheria, tavolo da 6, davanti a un filetto al sangue e un
bicchiere di vino rosso, tra una chiacchiera e l’altra arriva la notizia:
“Ragazzi, io e M. ci sposiamo, e vorremmo invitarvi al nostro matrimonio in
Tunisia!”
Noi donne del gruppo, che ci
conosciamo proprio frequentando assieme un corso di danza orientale, attratte
da sempre dal fascino e dai segreti del mondo arabo, non ci facciamo ripetere
l’invito due volte: primo, perché saremo felici di festeggiare assieme le nozze
di C., secondo perché potremo assistere per la prima volta dal vivo a quel
momento di celebrazione particolare di cui abbiamo tanto sentito parlare in
questi anni.
Il matrimonio arabo, infatti,
prevede una lunga serie di festeggiamenti e rituali, che in genere durano per
una settimana intera. Nel nostro caso, invece, i giorni di festa effettivi saranno
ridotti a tre, perché le nozze ufficiali si svolgeranno in Italia, ma ci sarà
offerta comunque l’occasione di vivere di persona una tradizione del tutto differente
dalla nostra.
Prenoto un pacchetto volo + hotel
per Tunisi a maggio per agosto…Decido di prendere una stanza nello stesso hotel
che la sposa ha scelto per ospitare sua madre, in modo che gli spostamenti di
gruppo siano più facili per tutti. Inoltre, dalla presentazione del sito
internet sembra proprio un bel posto. Il costo per il viaggio più 3 notti di
soggiorno in un apparentemente lussuoso 5 stelle viene 426 euro a persona (nel
caso foste interessati a trascorrere un weekend lungo nello stesso posto,
sapete cosa aspettarvi).
Nel periodo tra la prenotazione e
la partenza…ci siamo preparate ad acquistare abiti eleganti (che ci serviranno
il terzo giorno di festa) abbiamo festeggiato e ballato con gli sposi il loro
matrimonio italiano (le nozze sono state celebrate con rito civile in Italia,
quindi doppio festeggiamento, locale ed estero), abbiamo atteso con curiosità e
impazienza i giorni prima della partenza.
Quando viaggio, di solito scelgo
sempre il primo volo del mattino perché, dato che in genere il tempo a
disposizione è limitato, mi piace sfruttarlo al massimo. In questo caso,
purtroppo, la mia non è stata una scelta felice. Il nostro aereo è atterrato
puntuale, ma c’erano amici da aspettare che arrivavano con altri voli…così
invece di salire sul primo taxi per l’hotel abbiamo concordato di restare ad
aspettarli in aeroporto per andare in hotel tutti assieme. Abituati al caos
della mia città, non pensavo di trovare un posto più affollato…e invece sì:
l’aeroporto di Tunisi non è grande, ma brulica di vita…Ai tavoli del bar
centrale si fatica a trovare un posto libero, le sedie si raccattano dai
clienti vicini che non le utilizzano. C’è molto rumore. Troppo. E poi si fuma.
Troppo. Nonostante i divieti esposti su tutte le colonne, vige un po’ di
anarchia, e le sigarette vengono ostentate senza problemi e senza pericolo di
essere puniti con una multa. E’ una sorta di strana tolleranza, ma io non sono
più abituata ai locali fumosi…ricordo quando a vent’anni tornavo dalla
discoteca puzzolente come una ciminiera spenta…dovevo mettere il cappotto
appeso fuori dalla stanza per non asfissiare di puzza durante il resto della
notte…ecco, vent’anni dopo la stessa sensazione, ma con un effetto diverso, un
brutto mal di testa che mi accompagna per gran parte del soggiorno e che mi
rovina buona parte della vacanza. Tenetelo a mente se siete allergici,
asmatici, ecc…Scappate dall’aeroporto il più presto possibile se non volete
sentirvi male. Altra piccola disavventura è stata la fila per il cambio,
lunghissima, lentissima. 10.000 dinari tunisini valgono circa 5 euro.
Cambiateli all’arrivo ma ricordate di spenderli tutti prima di andare via: nel
duty free dell’aeroporto accettano solo pagamenti in Euro, e quei pochi spicci
che avevamo conservato per qualche acquisto prima di partire ci son rimasti sul
groppone nel viaggio di ritorno. Elemento particolare dell’aeroporto: il
soffitto decorato in stile arabo, bello e colorato, una specie di “tetto” di
mattonelle colorate che da’ un tocco originale ad un luogo altrimenti
abbastanza anonimo.
All’uscita dell’aeroporto il
caldo è davvero parecchio il programma meteo del mio smartphone già da Roma mi
aveva preannunciato valori massimi di 39 gradi…e guai a pensare che sia caldo
secco, è una leggenda metropolitana. Con i taxi si deve barattare sul prezzo
della corsa, il costo non è comunque alto, quindi se non siete del posto e non
siete informati sulle tariffe effettive hotel-aeroporto il tassista vi “fregherà”
comunque: a voi sembrerà di aver speso poco, lui avrà spennato il suo pollo…tutti
e due resterete soddisfatti della transazione.
Qualche anno fa, proprio in
occasione di un breve viaggio in Tunisia, chiesi alla poco simpatica guida del
nostro mini tour un consiglio su come e “quanto” contrattare con un negoziante
in queste occasioni. Lui mi ha risposto (criptico, come tutti i tunisini a cui
ho tentato di rivolgere la stessa domanda) che si deve pagare per una merce ciò
che noi riteniamo “giusto”…una bella filosofia, specialmente considerando che
il costo della vita nei due paesi è molto differente. Ma da un altro punto di
vista, in effetti, alcune cose per noi costano effettivamente poco e più di una
volta mi è capitato di acquistare qualcosa pensando con soddisfazione di aver
fatto un buon affare. C’è da aggiungere che io sono negata per le
contrattazioni…e da un lato faccio male, ho imparato, da chi sta spesso accanto
a me, che chiedere uno sconto non è poi così sbagliato, visto che anche nel
nostro paese protetto da leggi a tutela del consumatore (mah) su alcuni beni i
negozianti hanno margini di guadagno piuttosto alti.
Una volta accordata la cifra per
il tragitto, saliamo sul taxi. Qui le macchine sono quasi tutte molto vecchie,
modelli che circolavano in Italia una quindicina d’anni fa, e soprattutto non
esiste nessun tipo di controllo per tutto ciò che riguarda fumi di scarico,
manutenzione, bollino blu. Il risultato è salire a bordo di vetture in cui non
si tira giù il finestrino perché la maniglia è rotta, i poggiatesta sono
presenti solo da un lato, l’aria condizionata è morta ormai da anni, il
parasole è fatto con un pezzo di cartone raccattato per strada. E gli
scappamenti emettono una miscela di gas abbastanza fetente. Il parchimetro
difficilmente viene messo in funzione, mai per tutta la durata del nostro soggiorno.
Alcuni autisti sono più socievoli di altri e chiacchierano durante il percorso.
Qualcuno parla italiano, con altri si conversa in francese. Quando si trova la
persona giusta, si raccolgono un sacco di informazioni e di notizie sul luogo.
Altri si divertono a fare domande sui motivi del nostro viaggio. A parte un
paio di personaggi un po’ musoni, devo dire di aver sempre trovato persone
gentili alla guida.
L’hotel dista circa una mezz’ora
di viaggio, che trascorriamo, pimpantissime, a chiacchierare tra noi. All’aeroporto
ci siamo divise: donne (sposa compresa) in un’auto, mariti in un’altra. Tra l’altro,
per una strana regola locale, in taxi possono salire massimo tre passeggeri. E’
una regola un po’ sui generis che sarà infranta in diverse occasioni, per
motivi di praticità.
Dell’aeroporto non ho foto, né
del percorso attraversato per arrivare da lì in hotel, ma non si perde molto:
strade asfaltate e “nulla” sui lati…qualche centro commerciale (che non
riuscirò a visitare durante questa sosta così fugace) qualche grosso complesso
residenziale e basta, fino al nostro arrivo. Dell’hotel, delle mie disavventure
e dei tre giorni di festa, vi racconto nel prossimo post.
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