domenica 6 luglio 2014

Un weekend all'improvviso




Alcuni viaggi arrivano del tutto inaspettati.
Non sei tu a cercarli, sono loro che trovano te.

Ero lì al pc, in tempi non sospetti, e leggevo un articolo su un blog di cucina (qualcosa sull’ultimo locale di tendenza o sull’ennesima birra artigianale non pastorizzata), quando in alto al centro sulla pagina appare un banner con la pubblicità delle offerte di Italo sui treni da e verso le maggiori città italiane.

L’annuncio mirato sul web è una grande invenzione: sfrutta i tuoi punti deboli e ti colpisce al momento più opportuno: una proposta seducente che in qualsiasi altra situazione avresti del tutto ignorato arriva in un attimo di relax in cui, appena ti cade l’occhio su parole e foto, leggi e pensi “ma in fondo…perché no?”.

La ricerca di un treno per Torino l’avevo già fatta un po’ di tempo fa (e Google non perdona, se ne era ricordato): i prezzi erano interessanti, ma per tutta una serie di motivi mi sono limitata a leggere, prendere l’informazione e archiviarla in un cassetto mentale chiuso a chiave.

Poi, quel giorno di debolezza, a tradimento, il banner: “Roma-Torino, guarda le offerte!”…e io che meditavo già da qualche settimana di fuggire su un’isola deserta per un corroborante break anti-routine, mi sono detta che forse, visti i tempi (e i risparmi) che corrono avrei potuto trovare un buon surrogato per trascorrere un weekend di novità e allo stesso tempo festeggiare il mio anniversario in modo un po’ più economico di quello che avevo già scartato qualche giorno prima (un viaggio a Budapest, rinviato a data da destinarsi).

Così, se fino al giorno prima ero sicura di dover passare il 12 giugno alla semplice ricerca di un buon ristorante per la cena, eccomi lì a provare combinazioni di date e orari alla ricerca dell’accoppiata vincente.
La scelta è presa in breve tempo: partenza giovedì, rientro domenica, levataccia all’alba e ritorno a casa giusto giusto per vuotare le valige, mettere i panni sporchi in lavatrice e mangiucchiare qualcosa per cena.

Le offerte di Italo si sono rivelate convenienti e assolutamente competitive rispetto a quelle di Trenitalia. All’andata ho trovato due posti in prima classe, al prezzo della tariffa turistica, e al ritorno due posti “economici”, ma con poltrone “larghe come in prima”.

Per quanto riguarda l’hotel, ho accettato consigli di chi era già stato in città prima di me: ho cercato su Booking il nome dell’albergo che mi è stato suggerito e ho prenotato con formula b&b.

Il viaggio di andata è andato decisamente bene: treno puntuale, posti comodi, hostess che ogni ora passano a offrirti caffè (imbevibile, ma a volte basta il pensiero…e la seconda volta scegli un succo), biscottini (a forma di cuore, per l’occasione) e giornale (che non ho preso, perché avevo il mio fido libro di viaggio scelto in formato tascabile e con una trama apparentemente interessante).


Tutto è filato liscio, a parte il progetto di sonnecchiare durante la traversata, perché due ragazze appariscenti e un po’ attempate hanno deciso di allietare il loro viaggio guardandosi il concerto di Ligabue registrato qualche sera prima con il telefonino. Il tutto a volume  - ovviamente – da stadio e senza tener conto che si sarebbero gustate molto di più il loro idolo dal vivo e il lato spettacolare del concerto se non avessero buttato via la serata a fare riprese improbabili con cui molestare i compagni di treno.
Così, invece di rimediare almeno un paio d’ore di sonno, ho avuto un lungo assaggio del live all’Olimpico (più urla dei fans che musica, ovviamente)…fino a destinazione.

Il treno che parte da Roma Ostiense non arriva alla stazione centrale di Torino, ma a quella di Porta Susa.
Dal centro vero e proprio il percorso non è molto lungo, basta prendere l’autobus giusto. Noi però, a quanto pare, abbiamo sbagliato uscita, camminato per un po’, cercato invano dei biglietti, chiesto informazioni a un autista che ha fatto finta di non capire e ci ha fatto salire anche se sul bus non c’era nessuna macchinetta per i ticket, trovato un giornalaio sotto il sole cocente e, finalmente, dopo qualche fermata (meno di quelle previste, perché metà strada, tra una ricerca e l’altra, l’abbiamo fatta a piedi) siamo arrivati a destinazione. Da qui ha finalmente inizio la nostra visita della città.

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