Alcuni viaggi arrivano del tutto inaspettati.
Non sei tu a cercarli, sono loro che trovano te.
Ero lì al pc, in tempi non sospetti, e leggevo un articolo su un blog
di cucina (qualcosa sull’ultimo locale di tendenza o sull’ennesima birra
artigianale non pastorizzata), quando in alto al centro sulla pagina appare un
banner con la pubblicità delle offerte di Italo sui treni da e verso le
maggiori città italiane.
L’annuncio mirato sul web è una grande invenzione: sfrutta i tuoi punti
deboli e ti colpisce al momento più opportuno: una proposta seducente che in
qualsiasi altra situazione avresti del tutto ignorato arriva in un attimo di
relax in cui, appena ti cade l’occhio su parole e foto, leggi e pensi “ma in
fondo…perché no?”.
La ricerca di un treno per Torino l’avevo già fatta un po’ di tempo fa
(e Google non perdona, se ne era ricordato): i prezzi erano interessanti, ma
per tutta una serie di motivi mi sono limitata a leggere, prendere
l’informazione e archiviarla in un cassetto mentale chiuso a chiave.
Poi, quel giorno di debolezza, a tradimento, il banner: “Roma-Torino,
guarda le offerte!”…e io che meditavo già da qualche settimana di fuggire su
un’isola deserta per un corroborante break anti-routine, mi sono detta che
forse, visti i tempi (e i risparmi) che corrono avrei potuto trovare un buon
surrogato per trascorrere un weekend di novità e allo stesso tempo festeggiare
il mio anniversario in modo un po’ più economico di quello che avevo già
scartato qualche giorno prima (un viaggio a Budapest, rinviato a data da
destinarsi).
Così, se fino al giorno prima ero sicura di dover passare il 12 giugno
alla semplice ricerca di un buon ristorante per la cena, eccomi lì a provare
combinazioni di date e orari alla ricerca dell’accoppiata vincente.
La scelta è presa in breve tempo: partenza giovedì, rientro domenica,
levataccia all’alba e ritorno a casa giusto giusto per vuotare le valige,
mettere i panni sporchi in lavatrice e mangiucchiare qualcosa per cena.
Le offerte di Italo si sono rivelate convenienti e assolutamente
competitive rispetto a quelle di Trenitalia. All’andata ho trovato due posti in
prima classe, al prezzo della tariffa turistica, e al ritorno due posti
“economici”, ma con poltrone “larghe come in prima”.
Per quanto riguarda l’hotel, ho accettato consigli di chi era già stato
in città prima di me: ho cercato su Booking il nome dell’albergo che mi è stato
suggerito e ho prenotato con formula b&b.
Il viaggio di andata è andato decisamente bene: treno puntuale, posti
comodi, hostess che ogni ora passano a offrirti caffè (imbevibile, ma a volte
basta il pensiero…e la seconda volta scegli un succo), biscottini (a forma di
cuore, per l’occasione) e giornale (che non ho preso, perché avevo il mio fido
libro di viaggio scelto in formato tascabile e con una trama apparentemente
interessante).
Tutto è filato liscio, a parte il progetto di sonnecchiare durante la
traversata, perché due ragazze appariscenti e un po’ attempate hanno deciso di
allietare il loro viaggio guardandosi il concerto di Ligabue registrato qualche
sera prima con il telefonino. Il tutto a volume
- ovviamente – da stadio e senza tener conto che si sarebbero gustate
molto di più il loro idolo dal vivo e il lato spettacolare del concerto se non
avessero buttato via la serata a fare riprese improbabili con cui molestare i compagni
di treno.
Così, invece di rimediare almeno un paio d’ore di sonno, ho avuto un
lungo assaggio del live all’Olimpico (più urla dei fans che musica,
ovviamente)…fino a destinazione.
Il treno che parte da Roma Ostiense non arriva alla stazione centrale
di Torino, ma a quella di Porta Susa.
Dal centro vero e proprio il percorso non è molto lungo, basta prendere
l’autobus giusto. Noi però, a quanto pare, abbiamo sbagliato uscita, camminato
per un po’, cercato invano dei biglietti, chiesto informazioni a un autista che
ha fatto finta di non capire e ci ha fatto salire anche se sul bus non c’era
nessuna macchinetta per i ticket, trovato un giornalaio sotto il sole cocente
e, finalmente, dopo qualche fermata (meno di quelle previste, perché metà
strada, tra una ricerca e l’altra, l’abbiamo fatta a piedi) siamo arrivati a
destinazione. Da qui ha finalmente inizio la nostra visita della città.
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