mercoledì 25 giugno 2014

Barcellona - ultimo giorno

(data originale post: 05/03/2009)

L’ultima mezza giornata a Barcellona ci accoglie di nuovo con il sole. Meno male, il volo è prenotato per il pomeriggio e possiamo adarcene in giro ancora per qualche ora. Decidiamo di tornare a Montjuic per la visita del Pueblo Espanol. Si tratta, secondo la nostra guida Lonely Planet, di un posto estremamente turistico ma per certi versi davvero interessante. E’ stato ideato da un team di architetti e artisti che, dopo aver visitato 1600 località di tutta la Spagna, hanno voluto riunire in un solo luogo un assaggio di tutti i diversi monumenti e stili architettonici del Paese. Costruito inizialmente per l’avvento dell’Esposizione Internazionale (1926), è stato successivamente trasformato in un luogo di divertimento. Un mini-paese-borgo, che riunisce botteghe artigiane, ristoranti, locali, e mostre d’arte.
 
Edifici del Pueblo Espanol



Il Pueblo vale sicuramente una visita, anche se un po’ “finto”, da la possibilità di ammirare edifici che riproducono costruzioni di tutte le regioni spagnole.
 
scorcio nel Pueblo

Noi siamo rimasti folgorati dalle botteghe, in particolare dalla vetreria, in cui un abile artigiano modellava del vetro incandescente formando dei graziosi cavallucci colorati. Saremmo rimasti ore a guardarlo lavorare. Metteva una pallina di vetro fuso su un’asta a forma di lancia, la modellava a forma di cono, poi la intingeva in una vaschetta di colore e aggiungeva altro vetro fuso….Mentre l’impasto cominciava a colare, l’artista coi lunghi capelli legati dietro la nuca, lo riprendeva rapidamente con un paio di pinze. Un paio di gesti ed ecco formarsi le zampe, dei piccoli tocchi e si intravede la criniera e il musetto del cavallo. Dopo un paio di minuti la statuina è pronta, con la sua magnifica trasparenza attraversata da strisce di colore. Gli chiediamo quanti riesce a produrne e lui ci risponde centinaia al giorno. Fantastico. Questa esperienza vale già da sola il prezzo del biglietto.


Altra sorpresa è la mostra d’arte contemporanea, in cui non possiamo fare fotografie…ci sono opere di artisti famosi, da Picasso a Dalì, ma quello che mi colpisce di più sono le sculture…alcune di aspetto veramente inquietante: un grosso gigante dall’aria crudele che “esce” dal pavimento con fare minaccioso, un bambino calvo seminudo, un essere metà neonato metà maiale…. Quello che accomuna queste opere, almeno dal mio punto di vista, è una visione della realtà poco ottimista…ho trovato pochissimi messaggi di speranza, colore, allegria. Molto più spesso sfumature tetre, disperazione, violenza. Non ho avuto molto tempo per approfondire, ma ci sarebbe da capirne qualcosa in più, mi riprometto di pensarci appena tornata a casa…ma poi mi perdo nelle mille cose di ogni giorno…e torno a interrogarmi su queste forme d’arte solo ora mentre scrivo queste righe.

Ma nel mezzo del viaggio, sono ancora presa dai mille stimoli del Pueblo, installazioni colorate nell’area bambini, spazi per famiglie, un’ampia piazza piena di ristoranti ancora chiusi…Finiamo il giro e, lasciandoci alle spalle la miscellanea di edifici, riscendiamo verso la piazza di partenza.
 
ancora il Pueblo


il Caixa Forum by day

Un momento per una foto al Caixa Forum illuminato dalla luce del giorno…e riprendiamo la metro per raggiungere di nuovo il mercato della Bouquerìa. Abbiamo iniziato lì con il pranzo, e terminiamo con un altro pranzo, in allegria, davanti a un piatto di carciofi fritti cosparsi di bianchi granelli di sale grosso. E’ divertente mangiucchiare in mezzo a tutto quel caos, brindare con una “copa” di vino bianco, e godersi un piatto di pesce freschissimo appollaiati sullo sgabello di legno.

Sì, questo viaggio è andato proprio bene, ci ho messo un secolo per convincere M., ma ne è valsa la pena. Tornerò a casa nostalgica e soddisfatta, con la voglia di tornare di tanto in tanto a scoprire un altro angolo di questa bella città. E anche voi, se avete apprezzato le foto (o magari il racconto, perché no?) …fateci un pensierino… non è lontano, non costa molto…e la spina si “stacca” che è una meraviglia. Enjoy.

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