mercoledì 25 giugno 2014

Barcellona - giorno 3

(data originale post:25/02/2009)

La terza giornata in giro per Barcellona inizia con la visita della Sagrada Familia, chiesa\cantiere dalle forme straordinarie, capolavoro e simbolo architettonico del modernismo catalano.

La chiesa-cantiere

Neogotica fuori, con le sue torri che sembrano castelli di sabbia, le sue figure allegoriche, le scene della vita di Cristo, gli animali e le altre forme della natura, dentro sembra di nuovo un paesaggio del futuro. Le colonne sono alberi di un bosco spaziale, le balconate ricordano di nuovo scene di un film di fantascienza, le vetrate multicolori portano armonia in un bianco che quasi intimorisce. Le impalcature altissime danno solo una vaga idea della mole di lavoro necessaria per ultimare la costruzione…qualche piccione solitario attraversa l’enorme navata, fermandosi ai margini di questo affascinante bosco di pietra.

particolare


Le colonne-albero

Restiamo a lungo, affascinati da questo posto incantato e mistico, osservando allo stesso tempo la costruzione e il cantiere…poi raggiungiamo il museo, per conoscere altri aspetti della vita di Gaudì e delle sue opere più importanti. Tutti i musei che abbiamo visitato sono davvero ben fatti, ben illuminati, ben allestiti, con ottimi supporti audiovisivi, ologrammi, proiezioni, modellini che si possono toccare e cartelli esplicativi multilingue e bagni facilmente accessibili (sembra superfluo, ma per un turista lo trovo un elemento fondamentale).

Fuori dalla chiesa, ci fermiamo ad osservare i particolari che ci erano sfuggiti, i simboli, le statue, come se non bastasse la macchina fotografica e vorremmo imprimere le immagini anche nella nostra mente, per ricordarle nei minimi dettagli. Gironzoliamo tra le bancarelle natalizie del quartiere, poi torniamo indietro con la metro, fino alla collina di Montjuic. Se doveste decidere di visitare questo posto, vi sconsiglio di fare come noi, che siamo arrivati con la teleferica, perché sarà sicuramente più utile e bella la salita da Plaza de Espanya. In ogni caso, da turisti ignari, siamo arrivati in un punto piuttosto spoglio. Un giardino di sculture, il museo di Mirò, che decidiamo di saltare per questa volta, e un parco abbastanza deserto…che ci delude un po’, dato che il cielo comincia a diventare biancastro e l’umidità a farsi sentire…Ci fermiamo per pranzo in un ristorante dal nome curioso “la Font del Gat”, che prende spunto da una fontanella con sembianze feline. Fa freddino, quindi accogliamo con sollievo l’antipasto a base di affettati locali e il vino rosso, che ci ridanno calore ed energia.

insegna del ristorante "la Font del Gat"

Dopo la pausa nel ristorante, ci rimettiamo in cammino. Il cielo biancastro è scomparso ed è tornato il sole. Decidiamo di non darci una meta e di limitarci a seguire la strada principale. Ci ritroviamo a lato dell’imponente Palau Nacional, sede del Museo Nazionale d’Arte Catalana….non ci addentriamo nella visita, questa volta, forse un po’ saturi per tutte le novità che abbiamo visto in questi giorni, ci limitiamo a goderci il sole e un caffè seduti sulla scalinata di fronte al palazzo. Anche da qui la vista è spettacolare. Si vedono da lontano le colline, in basso la città e proprio davanti Plaza de Espanya e la Fontana Magica, spenta durante il giorno, accesa la sera per uno spettacolo di suoni e luci. Decidiamo di aspettare, anche se presto, abbiamo mille risorse con cui passare il tempo. Prima di tutto sulla scalinata si sta proprio bene. Un chitarrista di origine orientale, accompagna il nostro relax con la sua piacevolissima esibizione. Di nuovo la musica che fa da cornice al paesaggio, come al Parc Guell, e il ricordo senza quella melodia sicuramente non sarebbe lo stesso…

Plaza de Espanya vista da Montjuic


Queste statue si godono un'ottima vista


Palau Nacional

Freddo, sole, musica…Resterei lì chissà quanto, ma nel frattempo la mia attenzione è stata attratta da un manifesto che pubblicizza una mostra gratuita dedicata ad Alfons Mucha, pittore e scultore ceco. Ecco, di nuovo, le coincidenze.
Qualche tempo fa avevo scoperto questo autore sul web, mentre cercavo immagini da inserire sul blog. Avevo trovato decine di quadri…che ritraggono principalmente figure femminili nel tipico stile Art Nouveau. Ero rimasta affascinata e mi ero ripromessa, in un futuro viaggio a Praga, di visitare il museo a lui dedicato. Poi a Praga, per un motivo o per un altro, non ci sono più andata….e il mio proposito è rimasto nel cassetto. E adesso, qui, in una città lontana da casa, ma anche da Praga…ritrovo uno dei miei pittori preferiti, e non posso lasciarmelo scappare.

il mio quadro preferito di A. Mucha

La mostra è organizzata presso il Caixa Forum, Museo d’Arte Contemporanea, situato nelle vicinanze del Montjuic. Si tratta di un’ex fabbrica tessile, costruita ai primi del 1900 secondo gli schemi del modernismo, divenuta successivamente un magazzino, e ancora una scuderia del Corpo di Polizia Nazionale. Nel 1963 l’edificio fu acquistato da un importante ente finanziario di Barcellona, la Caixa, e ristrutturato per farlo diventare un importante centro socioculturale.

Caixa Forum, particolare

L’edificio da solo vale già una visita. Antico e moderno si fondono in perfetta armonia, marmo e mattoni, scale mobili e strane guglie…non era previsto nella visita e invece siamo rimasti davvero affascinati. La mostra di Mucha, interessantissima e – cosa assai gradita – completamente gratuita.
Siamo rimasti per un paio d’ore, in attesa del tramonto, passando il tempo rimasto davanti ad una tazza di tè aromatizzato nella caffetteria del museo.

Quando si fa buio, torniamo indietro verso il Palau Nacional. Sta per iniziare lo spettacolo della Fontana Magica. La gradinata stavolta è piena di gente, arrivata per prendersi il posto migliore. Sullo sfondo, le luci della città, in lontananza una chiesa che sembra d’oro per quanto splende rispetto a tutto il resto.

Panorama serale


Palazzo illuminato (un po' sfocato...ma così bello!!!)

Mi metto un cappuccio di lana per proteggermi dall’umidità….chiacchieriamo per passare il tempo, e finalmente, puntuale come un orologio svizzero, la fontana si accende. Certe esperienze sono troppo difficili da descrivere. La fontana è rotonda, con tanti getti che possono spruzzare acqua in modo differente, combinandosi in forme e disegni inconsueti, il tutto a ritmo di musica. Ogni figura della fontana è accompagnata da fasci di luce colorata, di diverse intensità e sfumature… l’effetto è davvero sorprendente e ipnotico…Ci incanta come bambini davanti alle giostre.

La fontana magica


Il primo spettacolo si svolge sulle note di famosi pezzi classici…il crescendo delle note accompagnato dall’aumento dei getti d’acqua, i colori che cambiano dal celeste al rosa tenue al rosso scarlatto…faccio qualche foto, poi mi fermo incantata a godermi lo spettacolo. Dopo il classico finale trionfante, la fontana, muta, resta a brillare dei suoi mille colori. Ci fermiamo a fare qualche altra foto ricordo, sappiamo che tra poco inizierà il “secondo round”, sono previste tre ripetizioni a sera, e lì per lì, pensando che sia inutile restare al freddo a guardare tutto da capo, cominciamo ad avviarci verso la piazza, utilizzando le pratiche scale mobili discretamente nascoste ai lati della collina…Stiamo già pensando ad un posto caldo dove rifugiarci per la cena, mentre nuove note si diffondono nell’aria della sera. Niente classica, stavolta, ma un ottimo repertorio di pezzi pop-rock di grande effetto. Queen, Annie Lennox, la fontana “cambia faccia” e non possiamo fare a meno di fermarci di nuovo a bocca aperta per altri venti minuti di quel piccolo-grande incanto. Non siamo i soli. La gente è aumentata sulle gradinate, noi la vediamo da lontano su un ponte. Macchine ferme ai lati della strada con le 4 frecce accese, nessuno può perdersi questo singolare show. Stavolta il finale è – forse un po’ scontato, ma senz’altro d’effetto - sulle note di “Barcelona”, cantata da Freddy Mercury e Monserrat Caballé. Questa seconda parte è ancora più bella della prima.

La fontana, il bis


Ce ne andiamo tutti soddisfatti e concludiamo la serata in un bar de tapas con qualcosa di tipico: pane al pomodoro (corrispondente morbido della nostra bruschetta), pulpo a la gallega (che ha l’aria troppo surgelata per essere buono), e crema catalana, ricoperta dal suo croccante strato di zucchero caramellato. La cena non è un granché…forse il posto è troppo turistico, ma la gustiamo allegramente e soddisfatti chiacchierando di tutte le novità che abbiamo visto in questi giorni. Domani ci aspettano le valige…ma Vale ha pianificato la partenza prenotando un volo pomeridiano, per avere ancora mezza giornata a disposizione…e godersi un altro pezzetto di questa bellissima città.

Nessun commento:

Posta un commento