martedì 24 giugno 2014

Stop



(data originale post: 02/08/2008)


Ci sono momenti in cui diventa necessario ascoltare i segnali del corpo.
Come l’altro giorno, quando vestita di tutto punto, con borsa e sacca piena di tutte le mille cose che mi porto dietro durante la giornata, mi incammino nel fresco umido del primo mattino per andare in ufficio. Già dalla notte precedente qualcosa non andava. Sonno agitato, risvegli frequenti, pensieri che vorticano in testa senza un nesso preciso…che fatica! Quasi quasi il suono della sveglia era stato un sollievo…E poi doccia, colazione rapida, cd al volo, mi siedo in macchina….e mi manca il respiro. “Ok, Vale, niente panico, adesso passa…”. Accendo il motore. Si illuminano le spie sul cruscotto, sarei pronta a partire, ma di tornare tranquilla non c’è verso…il respiro è diventato affannoso e difficile, non mi spavento, so bene che è solo un segnale, ma decido di fermarmi qualche secondo a pensare.
Forse è perché ho dormito uno schifo. Forse perché ho un terribile bisogno di ferie e mancano ancora due settimane. Forse perché in ufficio mi aspettano un paio di grosse grane da sbrigare e non ho la più pallida idea di dove sbattere la testa per risolvere certe situazioni, insomma…ci penso su ancora un paio di secondi e all’improvviso mi dico “Sai che c’è?” giro la chiave per spegnere il motore, tolgo le mani dal volante, scendo, richiudo con grazia lo sportello dell’auto e torno indietro sui miei passi.
Da casa, al rumore della serratura, una voce mi chiede “che ti sei scordata?”. E io “stavolta niente, mi sono appena presa un giorno di vacanza”.

Lo so, non è il sistema migliore per affrontare le situazioni, ma per me che prendo tutto di petto e non mi tiro mai indietro, rompere le regole è stato davvero salutare. Ho rimesso a posto le idee, passando la giornata ad ascoltare musica, sistemare la casa, far le coccole a Shaki e leggere sbragata sul divano. E poi, dato che qualcuno forse si è un po’ preoccupato per questo strano comportamento che di solito non è il mio, e dato che la cosa ha coinciso con una ricorrenza piacevole, sono stata “trascinata” fuori a pranzo, in una splendida giornata di sole…


Le dune di Ostia


La vista dal ristorante


Ancora dal ristorante...frittura mista e aria fresca compresa

Da qui ho deciso che per sopravvivere fino alle vacanze vere, avrei dovuto creare qualche piccolo momento di pausa nelle mie giornate, per “riprendere fiato”, approfittando delle serate estive in città e del piccolo ponte di Ferragosto.
Queste le “distrazioni”, piacevoli e rigeneranti dell’ultimo periodo:

Ologramma, spettacolo a cui partecipavano le mie amiche Silvia e Frà, evento che mi ha permesso non solo di applaudirle dal vivo e ballare con loro divertendomi come una bambina alle giostre, ma anche di prendere fresco in campagna, incontrare amiche che non vedevo da tempo e farmi una mangiata\bevuta in fraschetta a base di vino rosso e salumi locali.
Le foto dello spettacolo le trovate sui blog delle mie amiche, io vi lascio la foto della campagna al tramonto…
 

Poi, altro evento turistico-culturale, una mini crociera notturna sul Tevere. L’anno scorso non avevo fatto in tempo, quest’anno non me la sono lasciata sfuggire.
Mi piace da matti fare la turista nella mia città. Si scopre ogni volta qualcosa di nuovo e affascinante. Stavolta addirittura da una prospettiva diversa, il fiume, che di sera sembra ancora più bello (perché non si vedono le magagne e lo sporco, nascosti dal buio), con le mille luci delle bancarelle sulle sponde dell’Isola Tiberina, i monumenti illuminati, il gracidìo delle rane (strano ma vero) e l’auricolare che ti racconta storia e aneddoti sui ponti che avrai attraversato mille volte, ma che rivedi sotto un nuovo aspetto…insomma: bellissimo.
Tutto tranne la voce stridula della tipa seduta dietro di me, una via di mezzo tra la Sòra Lella madre nei film di Verdone, e Loredana Berté dei vecchi tempi con la sua lunga chioma corvina…
Amò, anvedi che bello! Amò, ma non sento ggnente da ‘ste cuffiette!! Amò, guarda, lì c’è gente che bballa! Amò…Amò…Amò…”
Amò era un santo. O sordo. Non ha detto una parola per tutto il viaggio. Noi abbiamo dovuto sopportarla solo per 40 minuti…lui sicuramente più di noi, o l’ha mollata appena messo piede sulla terra ferma…chissà.


Castel Sant'Angelo illuminato


Castel Sant'Angelo, il Tevere, e San Pietro sullo sfondo


Le bancarelle sul Tevere

Per finire i Vale-eventi estivi degni di nota, una gita fuori programma nella splendida piana di Castelluccio. Proprio lui, il paese delle lenticchie, che si affaccia su una vallata e su un panorama davvero incantevole. Se è bellissimo così, con i campi un po’ aridi del post-mietitura, figuratevi in primavera pieno di fiori colorati…merita sicuramente il viaggio e mi sono riproposta di tornarci.


Vista da Castelluccio di Norcia

Dopo una bella mangiata di cucina casareccia in buona compagnia (e per casareccia intendo anche locale, quindi: tartufo, polenta, gnocchi alle erbe selvatiche, funghi, e, ovviamente lenticchie), una breve passeggiata nella piana, dove ogni passo è accompagnato dal saltare di mille piccoli grilli, disturbati – ma non più di tanto – dalla nostra presenza, e sulla cima delle colline decollano le vele colorate dei parapendii.
E il silenzio, rotto solo dalle nostre chiacchiere, che sembrano quasi un peccato davanti a questo spettacolo della natura.


La piana

Adesso sono tornata in gabbia, seduta alla scrivania, davanti al pc, in attesa di una pausa un po’ più lunga, per ricaricare le energie di un anno non sempre facile.
Stanno per arrivare, finalmente, le mie vacanze. Sempre troppo brevi, sempre troppo poche…ma non sapete con quanta impazienza le sto aspettando…E nel frattempo, quando mi serve una “boccata d’aria”, riguardo queste foto, e mi ripeto che ormai manca poco.

*Le foto sono tutte by Vale, la qualità scadente...è del mio cellulare :-)

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