martedì 24 giugno 2014

Happy new…bufala*

Nota del 2014 - un'avventura deludente, quella del mio primo Capodanno Cinese nella Capitale. Spero che con gli anni la manifestazione sia migliorata rispetto a quella a cui ho assistito io, so che negli ultimi tempi dovrebbe essere diventata più importante e più ricca. Se avete esperienze recenti e positive fatemi sapere, tornerò volentieri a vederla.
 

(data post originale: 11/02/2008) - Sono già un paio d’anni che mi perdo le celebrazioni del Capodanno cinese nella mia città. E mi mangio le mani.
Memore delle scene di ogni buon film che si rispetti ambientato in una qualsiasi China Town americana, avevo in mente lanterne rosse che ondeggiano al vento, enormi draghi colorati e danzanti, banchetti di leccornie preparate al momento, fuochi d’artificio e tamburi che scandiscono il ritmo della festa.
Per ben due volte mi lascio scappare, per un motivo o per un altro, le manifestazioni organizzate dal comune di Roma…ma questa volta mi impunto come il più cocciuto dei muli e decido di non poter assolutamente mancare all’evento.

Le alternative per la domenica sono due: sfilata a Via del Corso con dragone di 18 mt dalle 11 ad ora di pranzo, o festa nel multietnico quartiere Esquilino alle ore 13, con tanto di palco, danza del dragone ed esibizioni varie.
Opto per la seconda soluzione, più compatibile con impegni familiari di vario genere, mi arrabbio come una delle Erinni per la partenza tardiva da casa, scodello una bella discussione sulla puntualità che mi avvelena per il resto del weekend (sono una specialista in queste cosine, quando mi gira male) e, naturalmente, arrivo in Piazza Vittorio in netto anticipo e senza neanche faticare troppo per il parcheggio. (No comment…o, più che altro, non infierite anche voi…)

All’ingresso dei giardini si intravede già da lontano un discreto movimento…due grandi palloni a forma di lanterne rosse sovrastano il cancello d’ingresso e si sente una musica allegra amplificata…le aspettative cominciano a salire e il buonumore torna a far capolino come il sole dietro quelle antipatiche nuvole bianche striate.
Fa freddo. Gruppi di bambini giocano scorrazzando armati di mazze colorate (cricket?!?)…un grande palco decorato e pieno di promesse è disposto in mezzo all’area pavimentata, gente di tutte le nazionalità del mondo si guarda intorno incuriosita.
 


Arrivano le prime delusioni. Niente bancarelle. Nemmeno una. Il Vale-immaginario si era preparato a percorrere una sfilza di banchetti gastronomici e di artigianato locale…e invece nulla.
C’è solo, da una parte, un tavolo di plastica pieno di bottiglie d’acqua minerale, per dissetare i passanti e uno più piccolo con i volantini della manifestazione.
Una signora anzianotta li raccoglie a piene mani, senza far caso che tutta la documentazione del caso è scritta esclusivamente in cinese, perché gli opuscoli in italiano – ci informa una ragazza con aria esasperata – sono già finiti il giorno prima.
 

Sono le 13. Continua ad arrivare gente che si raccoglie in attesa sotto il palco.
La musica di sottofondo è tutto, fuorché cinese…dopo una canzonetta pop di stampo latino-americano, ci propinano “Hotel California” degli Eagles in versione live…Suggestivo, forse, se non fosse del tutto stonato con il posto e il momento in questione…
Si vedono gruppi di famiglie con carrozzine al seguito, giapponesine trendy con capelli tinti e frisé, indiani incuriositi, romeni con buste della spesa, filippini sorridenti e senegalesi di passaggio.
Passano i minuti e non succede niente.

Dopo mezz’ora salgono sul palco due presentatori. Sembrano usciti dritti dritti da un cartone animato: cappotto rosso per lei, che annuncia in cinese, sciarpa bianca per lui, che sembra una strana versione di Pippo Baudo. Anziché introdurci la famosa danza del dragone, prevista all’inizio della manifestazione, fanno salire sul palco una mini cantante. Dico mini perché è piccolissima di statura, quasi invisibile, ma con una voce possente. Comincia il suo repertorio cantando a pieni polmoni una canzone in Inglese, forse famosa, ma l’acustica e le intonazioni gridate non mi consentono di distinguere il brano.
Pochi gli applausi della piazza, ma lei non si arrende…E riparte con una canzone intitolata “Adagio” (per i più tenaci, la potete ascoltare, qui
in un’altra versione). In questo frangente le stecche non si contano. E la qualità dell’amplificazione non gioca per niente a favore. Comincio a spazientirmi…sono le 14, si vede arrivare un drago di carta, pallido e di dimensioni ridottissime…lo fotografo da lontano e viene sfocato…
 

L’ugola d’oro, terminato il virtuosismo, si lancia nell’ennesima prodezza…Mettendo a dura prova la resistenza del pubblico. La vittima di turno è “Think” di Aretha Franklin, canzone che adoro e mi fa male ascoltare martoriata in quel modo...ma sopporto stoicamente, il dragone è vicino, e mi aspetta un pranzo indiano da leccarsi i baffi.
La piccola cantante ha terminato, i presentatori salgono sul palco e annunciano la danza di drago e leone….La folla attende speranzosa.
Dopo un quarto d’ora si fa strada tra il pubblico un pulmino, che con i fumi di scarico intossica tutti i presenti. Ne scendono dei ragazzi italianissimi che scaricano in mezzo alla gente dei materassi luridi e malconci, pare che serviranno per una successiva esibizione di kung-fu.
Sono le 14.30. Ho una fame da lupo e non succede nulla.
Il dragone stinto resta lì in un angolo, smontato a pezzi mette quasi malinconia…gli astanti cominciano a stancarsi e a chiedersi cosa sono venuti a fare…
Risalgono i presentatori come se nulla fosse…e annunciano il coro multietnico di voci bianche.
Del dragone abbandonato non si parla più.
 

Alzo la testa alle lanterne, prendo un’ultima visione della piazza, e decido che la Vale-missione di oggi termina qui, mi risparmio le voci bianche e mi dirigo decisa al ristorante indiano, consolandomi con un piccantissimo, speziatissimo e gustosissimo pollo tikka masala.
Della giornata, poco entusiasmante, vi lascio qualche foto, consigliandovi comunque un giro in quel mondo affascinante e colorato, magari in un giorno feriale, per apprezzarne le mille sfumature e visitare i negozi che portano pezzi del mondo nella nostra Città.
Se poi vi viene fame, fate un salto da Wasim...e vedrete che, come è successo a me, vi tornerà il buonumore…

*Foto (sfocate e non) by Vale

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