martedì 24 giugno 2014

Istanbul - secondo giorno

(data originale post: 13/03/08)
La mattina inizia all’alba col richiamo del muezzin…non è lui che mi ha svegliato, si sente lontano, e probabilmente solo perché sono già nel dormiveglia a godermi l’anticipo di una nuova giornata di scoperte.
Si inaugura la sala-ristorante dell’hotel per la prima colazione. La stanza si trova all’ultimo piano, sul tavolo del buffet è disposto in bell’ordine un discreto assortimento di leccornie, ma soprattutto salato, in stile decisamente nord-occidentale. Una colazione piuttosto “tedesca”, mettiamola così: prosciutto di vario tipo, salsiccine calde, rotolini fritti ripieni di formaggio (borek), uova sode e persino una bella ciotola di olive piccanti. Mi dirotto sulla parte dolce del buffet e trovo panini con sesamo e cumino nero, yogurt e frutta secca…Decido di inaugurare la colazione con pane e marmellata di rose, accompagnato da uno yogurt con delle gustosissime albicocche disidratate.
La vista dall’hotel offre un paesaggio pieno di contraddizioni: la bellezza del mare sullo sfondo, la maestosità della moschea blu, una casa in rovina che sembra dover crollare da un momento all’altro, una moschea più piccola con mini-minareto, gatti che frugano tra i rifiuti, gabbiani che volano nel cielo.

Vista dall'hotel


Dopo esserci abbondantemente rifocillati, ci dirigiamo al Palazzo del Topkapi, antica residenza dei sultani ottomani. La struttura è enorme, e diversa, almeno esternamente, da come ce la aspettavamo. Da fuori ha quasi l’aspetto di un castello medievale…ma dentro ci aspettano alcune sorprese.
Per darvi un’idea di insieme, questa è una foto del plastico che riproduce la costruzione per intero.


Ogni settore del palazzo, oltre ad essere diverso e particolare dal punto di vista architettonico, ospita al suo interno una collezione differente: armi antiche, ceramiche, abiti, gioielli e pietre preziose da mille e una notte, attrezzatura della cucina.
La visita è talmente lunga che a metà mattinata diventa faticosa, ma ne vale la pena.
Il tempo resta brutto e rigido, ci riscaldiamo con un tè nel chioschetto-bar, che viene servito, forte e bollente, in curiosi bicchieri di polistirolo.
Naturalmente ho fatto miriadi di foto…ve ne lascio qualcuna, tra quelle più carine…per farvi immaginare almeno un pochino quante cose abbiamo visto tutte assieme…






I giardini del castello sono bellissimi e ben curati, grandi platani, aiuole fiorite con primule e violette e parecchi gatti simpatici, che ovviamente abbiamo coccolato uno per uno e avremmo volentieri portato con noi se non avessimo avuto la gelosissima Shaki che ci attendeva al ritorno.
Le grate dorate ai finestroni, i giochi di luce delle vetrate dell’harem, le stanze decorate con fiori e frutta, le mattonelle di ceramica...mille cose attiravano l’attenzione e la fantasia…

Stanchi e soddisfatti dopo “l’immersione culturale”, decidiamo di dedicare il resto della giornata a qualcosa di leggero, visitando una via famosa per lo shopping.
Prendiamo i mezzi pubblici: il tram con i gettoni al posto dei biglietti, e la teleferica ipermoderna, che con la sua grande ruota motrice colorata ci trasporta fino a Piazza Taksim.
Da qui in poi, come succede ai bravi turisti sprovveduti, ci siamo persi e avventurati per una stradina che di buono per lo shopping aveva ben poco. In cambio abbiamo trovato una bettolina in cui gustare un ottimo kebab, quello che avete visto in foto nei post precedenti.

Ruota, parte del meccanismo della teleferica

Ci studiamo meglio la carta e riprendiamo l’orientamento…Trascorriamo il pomeriggio mescolandoci alla folla tra i negozi più moderni e di stampo occidentale…Ne approfitto per comprare dei dischi (musicomane che non sono altro!), per sorseggiare un pessimo caffè (ma che mi aspettavo?!?) e guardare lo “struscio” dalla vetrina che da direttamente sulla strada. Che sensazione meravigliosa lasciarsi andare alla pigrizia e per un attimo sentirsi parte di quel mondo così diverso e allo stesso tempo vicino!

Dopo la pausa e gli acquisti di rito (un po’ conformista, lo so, ma non posso fare a meno di comprare un paio di calamite per il frigo – l’ho preso apposta senza incasso, per tappezzarlo dei miei attacchini colorati) proseguiamo a piedi per la strada in discesa…e procedendo il paesaggio si trasforma di nuovo. Spariscono le boutiques, i grandi magazzini e il Body Shop, e compaiono esclusivamente negozi di strumenti musicali. Tabla di tutte le dimensioni, liuti, chitarre elettriche e non, cetre, nay, per tutti i gusti e forse anche per tutte le tasche.
Arriviamo nel tardo pomeriggio al ponte di Galata.
Facciamo una sosta curiosa per visitare l’affollato mercato del pesce che si allunga per un tratto della costa, poi attraversiamo il ponte, da cui i pescatori gettano le loro esche e le ritirano cariche di acciughe e altri piccoli pesci.

Un po’stanchi e frastornati per tutte le esperienze della giornata, invece di tornarcene in hotel decidiamo di concederci un assaggio del Bazar Egiziano o delle Spezie. E lì, persi tra odore di zenzero, cannella e cardamomo, vaghiamo tra banchi carichi di dolciumi, vasellame di tutti i colori, costumi tradizionali di danza, e servizi da tè in vetro decorato.

Dolci nel Bazaar

Una gioia per gli occhi, per il naso e, volendo, anche per il palato, dato che i negozianti propongono ai turisti di passaggio alcuni assaggi delle loro specialità.
Usciamo dal mercato allegri e ricaricati…tutti quei colori e profumi ci hanno messo allegria e dato nuove energie…così dedichiamo l’ultima visita del giorno alla Moschea Nuova (Yeni Camii).
Secondo la tradizione, ci togliamo le scarpe, mi copro la testa con un foulard e visito questo luogo di preghiera sentendomi un po’ fuori luogo.
Le donne hanno spazi di preghiera riservati (e decisamente ridotti) per le turiste non vale la stessa regola e posso assistere dallo spazio comune…ma dedico alla visita solo il tempo di dare un’occhiata. C’è uno strano senso di rispetto e allo stesso tempo di disagio che mi spinge a farmi da parte e passare il tempo ad ammirare l’edificio dall’esterno, con le sue torri che puntano al cielo, le sue cupole di tutte le dimensioni la sua forma che si ripete simile nelle altre moschee.
Ce ne andiamo quando la preghiera sta per cominciare.

Moschea Nuova

Siamo stati 10 ore fuori a camminare, perciò scegliamo di cenare in hotel per riposarci un po’, con la vista della Moschea Blu e dei gabbiani che, anche a tarda ora, volano attorno alle sue cupole.
Domani la visiteremo all’interno…e faremo una spedizione al Gran Bazaar.

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