martedì 24 giugno 2014

Istanbul ultimo giorno…(sigh!)

(data originale post: 02/04/2008)

La mattinata di domenica inizia con un bellissimo sole, e siamo contenti, nonostante le valige già pronte vicino alla porta, di poter vedere la città in un’atmosfera completamente diversa.

Siamo già d’accordo con la reception dell’hotel, possiamo lasciare le valige e andarcene a zonzo ancora per mezza giornata.
Per la colazione del mattino questa volta mi cimento in un tuffo senza rete…mi butto sul salato perché sono già due mattine che avvisto, in un contenitore appositamente riscaldato, i tipici borek, rotolini fritti composti da una sottile sfoglia di pasta (tipo pasta fillo) ripiena di formaggio…
Lo so, così descritto per la colazione non sembra molto allettante…e per Vale-brava-fanciulla-italiana cresciuta a latte e biscotti in effetti l’impresa non è proprio il massimo…ma come andarsene senza aver provato un altro piatto tradizionale? Dovrei aspettare il prossimo viaggio, e non mi sembra il caso…perciò abbandono ciambelloni e yogurt e mi metto un bel rotolino fritto nel piatto.
Che dire…? Più o meno è come mi aspettavo…troppo salato da mangiare col tè, forse lo vedrei meglio come antipasto assieme a mille ciotoline colme di salsette golose.

Dopo l’esperienza gastronomica, ci incamminiamo per la strada.
La meta di oggi è il Museo Archeologico. Avremmo preferito starcene all’aperto, ma è il luogo più vicino da visitare in mattinata, dato che dovremmo essere all’aeroporto per le 15.
Quando arriviamo in direzione del museo, ci ricordiamo che a quell’ora è ancora chiuso, così facciamo una passeggiata nel parco di Gulhane, sottostante il palazzo del Topkapi.

Il parco è ancora deserto. Un grande viale di cemento lo attraversa completamente, facendolo apparire come una grande strada circondata dal verde.
Le aiuole sono curatissime. Violette e primule dappertutto, in file ordinate di mille colori.
Nonostante il sole, l’aria è frizzante e carica dell’umidità della notte.
Alziamo gli occhi e, sulla cima dei platani ancora spogli, avvistiamo la prima sorpresa della giornata. Ci sono degli strani uccelli dal collo lungo che potrebbero essere cicogne (ahimé, non sono un’esperta ornitologa) ma soprattutto ci sono anche – cosa curiosa – parecchi pappagalli verdi che svolazzano liberi da un ramo all’altro. Arriviamo all’altra estremità del parco, dietro il cancello uno spettacolare panorama sul Bosforo…La bandiera turca che sventola stagliando il suo rosso contro l’azzurro del cielo….Un carrettino dello zucchero filato ancora chiuso, con pacchettini rosa di nuvole dolci già confezionati.


Zucchero filato

Arriva l’ora dell’apertura del museo, così ci dirigiamo verso l’imponente complesso in stile neoclassico.
Vi confesso che sono un po’ in dubbio su questa visita. Non so ancora cosa mi attende all’interno, perciò mi preparo moralmente ad un’eventuale “fuga” se tutta l’esposizione dovesse consistere in cocci di ciotole e punte di freccia (che – lo avrete notato senz’altro – saranno pure interessanti ma sono uguali in tutto il mondo).

Cortile del Museo

E invece no.
Non solo il museo è interessante…è addirittura da non perdere.
All’interno resto a bocca aperta: Decorazioni colorate babilonesi, reperti sumerici, assiri, mesopotamici, statue, frammenti della porta di Ishtar…E nell’altra area, quella più grande, sarcofagi egizi e romani di monumentale bellezza, oggetti, monili, e ancora altre statue talmente belle da sembrare di carne, ossa e…stoffa…
Poi ancora ceramiche, intere facciate di templi, decorazioni, mosaici…insomma: uno dei musei più belli e ricchi che io abbia mai visitato.
Posto qualche foto, che sicuramente non renderà l’idea…anche perché in molte sale l’uso del flash non era consentito…


Decorazione su mura babilonesi


Sarcofago


Sala del museo


La scultura più bella...Il marmo del vestito è trasparente e sembra...tessuto!


Nel cortile del museo, facciamo amicizia con un po’ di gatti turchi particolarmente socievoli.
Questa città sembra proprio la patria dei gatti…ce ne sono dappertutto e, figuratevi, da bravi quasi-gattari non possiamo che esserne felici.
All’uscita del museo, stanchi e affamati (la visita dell’esposizione è stata davvero interminabile, ma meritava dall’inizio alla fine), decidiamo di ripassare a dare un’occhiata ad un locale avvistato il giorno prima…
Il ristorante, sulla strada che porta da Santa Sofia verso il Topkapi, ci aveva attratto soprattutto per l’arredamento. E’ davvero un posto caratteristico, sicuramente per turisti, ma molto carino, con i pavimenti coperti da tappeti colorati e i tavoli bassi su cui si può mangiare seduti su morbidi cuscini.
Me ne innamoro praticamente all’istante…e se non fossi ancora convinta per quanto riguarda il mangiare, in “vetrina” un paio di signore grassocce con foulard nero sulla testa cuociono una specie di crepes-piadine su una piastra rovente, farcendole di spinaci freschi…


Cucina tipica nel ristorante "The Han"

Ci guardiamo beati e sorridiamo al buttadentro che una volta tanto non deve neanche faticare.
Ci accomodiamo sui cuscinoni e ordiniamo un po’ di cose buone.
Naturalmente le gözleme con gli spinaci freschi preparate al momento e irrorate col busso fuso, un paio di salse di melanzane e, mitico, il kebab con lo yogurt…una pietanza davvero succulenta e, aggiungerei, “lussuriosa” che ancora mi fa venire l’acquolina solo a descriverla…


Il ristorante

E mentre gustavamo tutta quella meraviglia, è arrivata l’ennesima sorpresa: i musicisti.
Io che fino ad allora ero rimasta un po’ delusa per non essere riuscita ad ascoltare un po’ di musica locale, sono andata in sollucchero!
Credo mi sia spuntato un sorriso da un orecchio all’altro quando li ho visti arrivare, ancor di più quando ho sentito i primi “colpi” della tabla…Che bello!
La musica era molto veloce e non “ballabile”, ma piacevole da ascoltare durante il pranzo, abbiamo lasciato, come da tradizione, una buona mancia ai tre musicisti, e siamo usciti felici e soddisfatti per la strada assolata e piena di gente.

Tornati in hotel, ci facciamo chiamare un taxi…ovviamente anche stavolta dobbiamo trattare col conducente per il prezzo della corsa, e poi pregare per la nostra incolumità fino all’aeroporto, dato che la “guida sportiva” pare sia una caratteristica tipica degli automobilisti del posto.
Arrivati all’aeroporto Ataturk, siamo tra i primi a fare il check-in e ne approfittiamo per spendere le ultime banconote al duty-free. Gli acquisti sono: una scatola di dolcini (lokum) da regalare, una bottiglia di Raki (liquore all’anice che non ho ancora inaugurato) e, naturalmente, un altro po’ di cd, tra cui, molto carino, quello dell’Istanbul Oriental Ensemble. (se vi interessano, i brani li potete ascoltare qui).


Vi lascio con questa musica…e con la foto dell’inizio, che in realtà è stata scattata durante il viaggio di ritorno, tra una ventina di schiamazzanti turiste giapponesi…mentre cercavo di ripetermi che questa bella vacanza non è stata un sogno…anzi, è stato un sogno finalmente realizzato che sono stata felice di condividere, almeno in parte, con voi…

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